giovedì 3 febbraio 2011

Il letto volante

Sono per strada. Cammino. Un motivetto mi rigira in testa, forse fischietto. Poi senza motivo guardo in su, e allora lo vedo. Un punto nel cielo terso che si avvicina a velocità supersonica, espandendosi come una macchia d'olio in mezzo a un blu perfetto. Guardo meglio. Che diavolo è. Ok, adesso lo vedo e non può essere. È un letto. Che cade dal cielo a piombo come un uccello morto, esattamente sopra di me. La gente intorno urla, indica, si allontana. E io sono l'unica a non muovere un dito. Posso solo restare a guardare questa cosa improbabile che mi sta franando addosso. Sta succedendo a me, penso. Ora muoio. E mentre penso succede. Il letto mi frana esattamente addosso in un frastuono irracontabile, tra lo sconcerto e l'orrore della gente. Sono morta spiaccicata da un letto volante. E invece no. Sono viva. Mi rendo conto di essere distesa, perfettamente incastrata nello spazio vuoto tra l'asfalto e la base del letto. È come se mi fossi nascosta sotto. Sento l'odore del legno che emana dalla struttura pesante, un lembo di lenzuolo che penzola e mi copre la visuale. Sono viva, illesa e quasi sorrido. Non mi avrai, letto volante. 


Dreamed by: Monsters

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