martedì 22 maggio 2012

Il dinosauro camuffato.

Ma che bel mare! Ma che bella scogliera! Ma che bello stormo di gabbiani!
Che brezza deliziosa! Che atmosfera vacanziera, solare e allegra!
Penso proprio che scalerà questa bella roccia, si, e andrò a vedere il picco da cui i gabbiani si tuffano in mare.
Voglio vedere i loro culetti pennuti spiccare il volo sul vuoto e planare delicatamente sulle onde del mare.
E in cima alla roccia, che sorpresa! C'è un intero nido di gabbiani! Che meraviglia!
Penso proprio che estrarrò la mia macchina fotografica dallo zainetto e coglierò il momento in cui uno dei questi piccoli pennuti viene al mondo.
Ma quanti gabbiani, eh, qui intorno. Si avvicinano a me e mi guardano curiosi. Che teneri! Mi hanno accolto come una di loro!
Ma guarda, laggiù ce n'è uno più grosso degli altri. Ecco che si avvicina. Che carino, com'è bianco e panciuto!
Ora è proprio vicino a me. Lo vedo bene. E noto che c'è qualcosa di strano.
Apre il becco, e in fondo alla gola c'è qualcosa. E non è un esofago. E' verde.
La faccia da gabbiano comincia a lacerarsi intorno al becco che si spalanca sempre di più, fino a rivelare la bestia feroce nascosta al suo interno. Un dinosauro! Vero! In squame ed ossa!
E furbo! Si era travestito da gabbiano per divorarsi indisturbato tutto il popolo della roccia.
Che simpatica canaglia!
Penso proprio che, zitta zitta, mi allontanerò lasciandolo indisturbato alla sua strage. Così, per non rischiare di essere morsicata per sbaglio anche io, che di gabbiano ho ben poco, ma poco importa, lo sanno tutti che ai dinosauri piacciono le turiste con la macchina fotografica nello zainetto.

Dreamed by: Co.

venerdì 11 maggio 2012

Vetro.

 
Mi dicono che l'acqua è fredda ma io so che non è vero. 
Mi basta guardare di sotto, attraverso il verde che diventa blu che diventa verde per capire che quest'acqua mi accoglierebbe come un nido. 
La nuotata del secolo. Non posso rinunciare. 
Mi dicono che è fredda. Che non c'è tempo. Che siamo fuori stagione. Che il salto è troppo alto. Che non ho il costume. Che mi verrà un raffreddore. Che é notte fonda (e non lo è). Che mi multeranno. Che sono solo una piccola capricciosa bagnodipendente.

Va bene, lo sono, arrestatemi. 
Ma io questo bagno lo faccio.
Pluff. 
Oh sì.
Se dovessi scegliere ora, questa è l'unica sensazione che mi porterei nell'aldilà. E, non c'è neanche bisogno di dirlo, la temperatura è perfetta. 
State bene voi, lì sopra, intrappolati nei vostri abiti stirati. State bene voi, con i vostri capelli fonati.
Qui sotto invece è tutta nudità e scompiglio e capriole e bollicine. 
Statemi bene, voi.
E poi qualcosa mi punge. Di certo una medusa, ma che importa, piccola creaturina del mare non ce l'avrò mai con te. E quando esco dall'acqua mi guardo addosso e vedo una  zona arrossata sull'indice della mano destra. Passerà. Ma in breve il rossore si trasforma in una macchia netta, rosso fuoco, con un contorno nero ben definito, come un tatuaggio. Passerà, mi dico ancora. Poi la macchia si estende alle dita vicine e poi all'altra mano e in un attimo è come se avessi due bei guanti rossi. Passerà? E i guanti rossi diventano sempre più spessi e ruvidi, cambiano colore, si trasformano in un mosaico psichedelico a forma di mani e forse dovrei cominciare a preoccuparmi. 
Ma tutto questo è così curioso che non c'è spazio per l'angoscia. E se non passa, mi terrò le mie mani psichedeliche. 
E ora, un formicolìo. Forse le mie mani vogliono uscire. 
La corteccia lisergica comincia a creparsi qua e là e all'altezza del dito medio, ecco che si sbriciola.
Solo che, sotto, il mio dito medio non c'è più.
La paura mi colpisce con un gancio ben assestato e per poco non finisco ko.
Nel giro di pochi secondi, tutto è polvere e briciole e le mie dita, tutte e dieci, andate.
Un montante in pieno volto e l'incontro è finito. Le mie mani finite. La curiosità finita.
Ma il sogno no.
Perchè arriva il deus ex machina. Di cui non ricordo niente, ma non importa ai fini della storia. 
E il deus ex machina, come è normale che sia, ha la soluzione.  
Dita di vetro. Esattamente. Lui le costruirà per me e io avrò di nuovo le mie mani. 
L'ultima cosa che passa per questo sogno è quel rumore, tin, tin, tin. 
Le mie nuove dita di vetro trasparente, montate su mani di carne, che tintinnano su un tavolo di legno.
E vi assicuro che le mie tintinnano. Le vostre possono al massimo tamburellare.  

Dreamed by: Monsters