mercoledì 18 gennaio 2012

Lontano da dove.

Sto traslocando. Di nuovo. Anzi, a giudicare dal mio stato psico-fisico ho appena finito di traslocare. Mi sento addosso il peso di tutte le scatole che ho trasportato, di tutta una vita impacchettata alla rinfusa, ancora una volta, e poi incastrata con finta razionalità tra scaffali e cassetti nuovi.
Dicono che il trasloco sia nella lista delle esperienze più traumatiche della vita, però la soddisfazione che si prova quando anche l'ultimo calzino è stato scaraventato a caso sotto il letto ti ripaga di ogni vertebra dolorante e di ogni imprecazione sibilata a denti stretti.
Beh, eccomi. Questo è il momento in cui mi guardo intorno e immagino il futuro nella nuova tana, sotto forma di trailer da commedia americana, con tanto di colonna sonora e scene a rallenty. Però, ovviamente, c'è qualcosa che non va. Più mi guardo intorno più mi accorgo di dettagli inquietanti, di un disturbo di fondo che vive al di là del disordine e degli scatoloni ancora affastellati in giro. Macchie umide sui muri. Cavi elettrici a vista. Pezzi di intonaco sul pavimento. E il pavimento che non è affatto un pavimento, ma un pietrisco irregolare e polveroso, di quelli che ti fanno diventare bianche le scarpe quando ci cammini su. Nella mia testa scatta il piano d'emergenza: mi dico che se sono qui avrò sicuramente valutato i pro e i contro e avrò deciso che ne valeva la pena. Al momento la parte dei pro mi sfugge ma ora ci penso un secondo e vedrai che mi viene in mente. E mentre ci penso lo vedo. Il cielo, limpido e pulito sopra la mia testa. I sogni di solito permettono di godersi certe cose senza farsi troppe domande, ma stavolta la poesia passa quasi subito. Il fatto è che c'è un buco enorme nel soffitto. E contro questo cielo che mi piomba in casa, cominciano a comparire le braccia metalliche di alcune ruspe, prese a smontare qualcosa poco lontano da qui. 
In fine, ecco arrivare il ricordo della casa che ho lasciato per venire qui, una mansardina piccola e scomoda, che a periodi ho odiato e amato ma che in confronto a dove sono ora è un sogno che si sbriciola nella polvere del mio nuovo pavimento. 
Ecco, io e la mia mania di prendere e smantellare la mia esistenza per ricostruirla ovunque, purché sia lontano. Lontano da dove, poi, non l'ho ancora capito.

Dreamed by: Monsters

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Fosse capitato a me, mi ci sarebbe voluto parecchio tempo e una dose da cavallo di ansiolitici per riprendermi.
Per me il trasloco non è UN incubo è L'incubo.
Sarà per questo che vivo da 26 anni allo stesso indirizzo ?
Ecco, io e la mia mania di lasciare sempre tutto al suo posto. E chissà se poi il posto di tutto è proprio il suo.

La Direzione

Monsters&Co ha detto...

"Everything in its right place" cantava un alieno che tiene il microfono come se fosse un pulcino morto. Dicono.
Co.

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