martedì 24 maggio 2011

La gita al lago, di Giulia.

E' una bella giornata primaverile. Si va a fare una gita nei pressi di un lago, a bordo di un pullman. Ci sono io e un tot di adulti che accompagniamo i nostri figli di circa 5 o 6 anni. L'autista del pullman si ferma, è il mio collega ciccione, si alza e fa un annuncio ai pargoli "mi raccomando, una sosta breve e fate attenzione al lago, potreste cadere.." visibilmente preoccupato. Apre le porte. Scende solo mio figlio. Un tipetto antipatico e un sacco irriverente nei modi, ma estremamente lord negli abiti. Si avvicina alla riva e fa finta di fare pipì. Si gira verso di me e con fare sfacciatamente beffardo mi sorride e si butta nel lago. Proprio l'opposto di quanto gli avevamo detto. Non riemerge. Io pacata e con una sensazione di serafica rassegnazione dico "aiuto. aiuto..." a un paio di sommozzatori che sono in acqua, assieme ad altri bagnanti. Non mi sentono, lo dico un po' più forte, ma senza allarmismo. Lo salvano e me lo depositano sulla riva. Sta benissimo, ha ancora il ghigno beffardo addosso. Quand'ecco che arriva mio marito. Uno spilungone insulso, magro, vestito bene, con un inspiegabile sorriso idiota sul volto, ed esclama tutto entusiasta "dai dai che ora si fa la pappa! cosa preferisci? petto o coscia?" rivolgendosi alla piccola canaglia. Io lo guardo e dico "abbi pazienza, ma dopo questa bravata è già tanto che gli diamo da mangiare, non credi?"...

Dreamed by: Giulia.

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