martedì 24 maggio 2011

L'albergo zombie.

Oh, finalmente in vacanza.
Abbiamo trovato questo alberghetto veramente carino: un grande giardino con tanti piccoli bungalow intorno.
Il tramonto splende sul nostro arrivo, sulle nostre spalle pesanti che lasciano scivolare a terra le valigie, sulle nostre fronti sudate che finalmente trovano respiro, sui nostri sospiri di approvazione.
Nei nostri vestiti migliori ci avviamo al ristorante e torniamo finalmente sazi e contenti. Pronti per la notte, per un lungo sonno, per un lungo sogno. Solo che.
Quando scompare l'ultimo raggio di sole e sento ruotare l'ultima mandata della chiave nella toppa comincia l'incubo. Rumori. Gente che cerca di entrare in  camera. Guardo fuori dalla finestra: zombie. Siamo invasi, siamo impotenti. Qualcuno, da qualche parte, spara con un grosso fucile a pompa e li mette in fuga.
E' finita, ma non troppo. Il mattino ci coglie stanchi e sudati, ancora spaventati: l'unica preoccupazione è prepararsi per l'attacco di stanotte. Fucili, travi di legno, chiodi. La stanza viene tappezzata di ogni possibile arma: questi cosi non muoiono mai, possiamo solo sperare di farli fuggire.
Notte dopo notte fronteggiamo con coraggio quest'orda di non morti che si fa sempre più insistente, più affamata, più violenta. le loro braccia verdi e puzzolenti trapassano le finestre, i vetri rotti, i loro piedi pesanti sfondano il legno delle porte.
Questa è l'ultima notte. Ieri sono quasi entrati. Siamo appollaiati sugli scaffali dove un tempo ci sarebbero stati lampade e vasi di fiori; ora ci siamo noi in una trincea improvvisata, con i fucili in mano e il ticchiettare dei minuti nelle orecchie, chiedendoci da quale parte comincerà l'offensiva questa volta.
Se sopravviveremo potremo tornare a casa, all'alba.
Che vacanza di merda, comunque.

Dreamed by: Co.

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