martedì 22 febbraio 2011

L'astronave.

La terra è finita. Niente di nuovo, si sapeva da tempo. Solo che non tutti ci volevano credere.
Quindi i pochi che hanno creduto fin dall'inizio sono i pochi che sapevano come sarebbe andata.
Che sapevano che sarebbe successo oggi.
Io lo sapevo, come sarebbe andata. Io ho partecipato a tutti i preparativi. Quest'astronave è anche merito mio. Adesso si tratta solo di spingere i prescelti dentro e saltare su. Aspettando che la terra imploda, verso un futuro migliore. Un pianeta migliore.
Esseri umani di ogni specie si accatastano dentro l'astrobus per partire alla ricerca della sopravvivenza.
Ci sono proprio tutti. Tutti quelli che abbiamo scelto.
Tò, c'è anche Monsters. Meno male, una vita senza di lei mi sarebbe stata insopportabile.
Contatevi. Fate l'appello. Ci siete tutti? Ok. Saliamo. Salgo anche io. Chiudiamo il portellone. Partiamo. Via.
Dentro l'astrotram un odore di umanità varia, sudore e paura e eccitazione.
Noi che sapevamo siamo soddisfatti.
Guardo dall'oblò la mia terra sola, verde e azzurra. Non sembra un pianeta che sta per sparire.
Eppure tra poco accadrà l'irreparabile.
Meno male che mi sono salvata, dico a Monsters con un soffio.
E mentre guardo la mia terra lontana, mi squilla il cellulare.
E' mia madre. E' rimasta sulla terra. Con papà, con mio fratello. Mi mancherai, mi dice.
Non li potevo salvare. Non li potevo salvare ma adesso darei un rene per poterlo fare. Tento il tutto per tutto. Una nuova vita senza di loro non è possibile. Non ha senso.
Tornate indietro. Tornate indietro, urlo a gran voce. Ho dimenticato una cosa, una cosa importante. E mentre nessuno mi ascolta, un improvviso silenzio dall'altro capo del telefono, e un'esplosione sorda dall'altra parte dell'oblò.
E' finita. Non c'è più nulla. Un vuoto assordante mi riempie le orecchie e il cuore.
Non rimane che chiedersi come facciano i cellulari a prendere nell'iperspazio.

Dreamed by: Co.

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